Dal Novecento ai giorni nostri

 Dal novecento ai giorni nostri


1) La Migrazione della Sociologia in America

Durante il Novecento, la sociologia subì una significativa migrazione verso l'America, portando con sé un'enfasi crescente sulla ricerca applicata e sull'analisi empirica dei fenomeni sociali. Chicago, in particolare, emerse come una città-laboratorio per gli studiosi della società, dando vita alla celebre Scuola di Chicago. Qui, gli studiosi si dedicarono allo studio delle dinamiche urbane, analizzando fenomeni come la delinquenza, l'immigrazione e l'organizzazione sociale delle comunità urbane.

2) William Thomas, Florian Znaniecki e il Contadino Polacco

William Thomas e Florian Znaniecki hanno condotto uno studio innovativo sull'emigrazione polacca negli Stati Uniti, introducendo il concetto chiave della "definizione della situazione". Secondo questo concetto, sviluppato da Thomas, le azioni umane sono influenzate dalla percezione soggettiva della situazione in cui ci si trova. In altre parole, le persone agiscono in base alla loro interpretazione personale della realtà circostante. Il teorema di Thomas, che deriva da questa idea, sostiene che se le persone definiscono le situazioni come reali, queste avranno effetti concreti e tangibili sul loro comportamento e sulle conseguenze delle loro azioni. Questo concetto ha profonde implicazioni per la comprensione del comportamento umano e delle dinamiche sociali, poiché sottolinea l'importanza della percezione soggettiva e della costruzione sociale della realtà nelle interazioni umane.

3) Talcott Parsons e lo Struttural-Funzionalismo

Talcott Parsons è stato una figura centrale nello sviluppo dello struttural-funzionalismo, una delle teorie dominanti nella sociologia del Novecento. Parsons si concentrò sull'analisi delle società industriali avanzate, concependole come complessi sistemi sociali. La sua teoria sottolineava l'importanza della struttura sociale e delle funzioni che essa svolge nel mantenere l'equilibrio e la coesione sociale. Questa visione fu ampliata da Robert Merton, che sviluppò l'analisi funzionale, concentrandosi sullo studio delle funzioni manifeste e latenti delle istituzioni sociali. L'equilibrio e la conservazione divennero quindi temi centrali nell'approccio struttural-funzionalista, che cercava di comprendere come le società mantenessero la stabilità attraverso l'adattamento e il cambiamento.


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